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La convergenza tra IT e business: ecco come i CIO reinterpretano il loro ruolo con l’aiuto dell’IA

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Intelligenza artificiale, competenza strategica per il team del CIO

In uno dei passaggi dal vecchio al nuovo fornitore – in questo caso per la fornitura del servizio POS per i clienti-esercenti di Banca Etica – Ridulfo ha usato strumenti di automazione, questa volta con il team di analisi dei dati e per l’ntelligenza artificiale, che ha sviluppato un prodotto di RPA (Robotic Process Automation). Il robot recepiva i dati provenienti dal vecchio fornitore e li metteva nella piattaforma di quello nuovo, producendo i nuovi contratti e mandandoli in firma digitale alle filiali e agli esercenti (circa 700). 

Questo esempio evidenzia come i CIO oggi tendano a dividersi i compiti con i fornitori, tenendo all’interno quelli strategici. Il team di Ridulfo si è, infatti, occupato della preparazione dei dati e dell’addestramento del prodotto, mentre la tecnologia RPA è stata acquistata da un partner, che ha supportato la squadra di Ridulfo anche con un’attività di formazione sulla programmazione del robot.

“Noi ci siamo occupati della mappatura dei dati e abbiamo programmato la macchina per reperire i dati, fare l’input, creare i contratti in pdf con i punti firma e mandarli al cliente per la firma digitale”, racconta Ridulfo. “È molto vantaggioso impiegare l’RPA e continueranno ad automatizzare le attività meccaniche e manuali a basso valore aggiunto”.

Prodotti standard o personalizzati?

Anche per Italo è questa la direzione intrapresa: nel suo progetto per la business continuity, è il team di Deligia (una ventina di risorse interne, cui si aggiunge il team IT in outsourcing) che si occupa di unire in un data lake i dati tecnici (per esempio, i log di funzionamento dei servizi digitali) e i dati di business (come quelli di vendita), che sistemi avanzati di analisi correlano e analizzano comparandoli ai KPI pre-definiti, ottenendo informazioni molto più utili all’IT rispetto ai normali log tecnici da analizzare, oltre che degli strumenti molto validi per il monitoraggio delle tattiche di business. Ed è sempre il gruppo interno – come abbiamo visto – che si occupa dell’addestramento dei modelli di IA.

Per il resto, Deligia utilizza prodotti di mercato, limitando lo sviluppo software. Il suo team interviene con attività di integrazione nei sistemi esistenti o tuning e personalizzazione, se servono funzionalità molto specifiche, ma l’IT Director punta a un mix equilibrato di customizzazioni e prodotti standard su cui si applicano modalità di sviluppo low-code, perché, sottolinea, “meno componenti sviluppi, più sei veloce nel reagire ai cambiamenti della tecnologia e del mercato. Le personalizzazioni sono sicuramente l’unica via per ottenere una funzionalità specifica propria della tua azienda, ma possono dare rigidità all’IT, mentre nel contesto attuale, c’è bisogno di velocità e prontezza di reazione”, sottolinea Deligia.

Nel nuovo ruolo del CIO c’è anche il dialogo con i vendor

Inoltre, anche se con il low-code non si riesce a coprire ogni funzionalità, le grandi aziende possono mettersi al tavolo con i vendor e cercare di ottenere modifiche nei prodotti standard per la loro industry, interpretando le esigenze del settore e facendosi portavoce anche delle imprese più piccole, indica l’IT Director di Italo.

“Credo che confrontarsi con i fornitori tecnologici sia tra i compiti dei CIO, soprattutto di quelli di aziende con un peso nella loro industry”, afferma Deligia. “I grandi vendor tendono a non tenere conto del fatto che le soluzioni standard non sempre sono ottimali per uno specifico settore: queste multinazionali pensano su scala globale e lavorano sulla ‘taglia unica’. Tuttavia negli ultimi anni qualcosa sta cambiando e alcuni fornitori si stanno dimostrando più illuminati, addirittura cercando l’input dei CIO per perfezionare il loro prodotto”, prosegue Deligia. “Per questo dobbiamo perseguire un dialogo a due direzioni con i vendor mettendoci tutto il nostro impegno e tanta diplomazia: anche queste sono qualità che un CIO deve possedere”.

Ridulfo di Banca Etica riferisce di partecipare ai tavoli di sviluppo col fornitore, da cui possono scaturire nuove proposte per il business. Per esempio, un’ulteriore opportunità al vaglio è l’onboarding con riconoscimento tramite SPID e CIE, che il fornitore sta implementando e che appare una scelta valida per la banca al fine di aumentare l’accessibilità e la semplicità durante il processo di onboarding dei clienti.

Anzi, il team di Ridulfo segue tutta la rotta evolutiva del fornitore per gli applicativi bancari. Un’altra novità che sta valutando, per la fine dell’anno o l’inizio del 2025, è il passaggio a una piattaforma evoluta di gestione della pratica elettronica di fido. “In questa procedura c’è molto lavoro di lettura e inserimento di dati che, invece, può essere velocizzato dall’automazione, con recupero e compilazione automatica dei dati a partire dalla partita Iva. Non per sostituire le nostre persone, ma per assegnarle a compiti più interessanti per loro e più strategici per l’azienda”, sottolinea Ridulfo.

Nel “Global Technology Leadership Study 2023” di Deloitte l’attenzione alle persone è un’altra parte integrante del ruolo del CIO che aiuta l’azienda non solo a monetizzare i dati e la tecnologia, ma anche attirare e motivare e i talenti e a passare dal concetto di trasformazione aziendale a quello di leadership trasformativa.  

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